Ecco un’intervista a Nadir Malizia, augurandoci di fornirvi un consiglio di lettura per quest’autunno.
Ringraziamo l’autore del libro autobiografico “Vita su quattro ruote” (GruppoC1V Edizioni, 2015 ), che convive con una tetraplegia spastica dalla nascita, per aver risposto e offerto spunti di riflessione.
Intervista a cura di Maria Stella Falco
– Presentati ai nostri lettori. Sei giurista e scrittore. Perché un giurista decide di scrivere?
Salve, mi chiamo Nadir Malizia, sono in carrozzina da quando sono nato. Ho 40 anni, vivo nelle Marche da quasi sette anni condividendo l’appartamento con due amici. Sono laureato in Giurisprudenza da quasi sei anni e scrivo per una casa editrice di Roma. Sì, sono giurista, ma da sempre ho la passione per la scrittura e ho voluto metterla in pratica scrivendo un libro autobiografico dal titolo “Vita su quattro ruote” edito dalla casa editrice GruppoC1V Edizioni di Roma.
– A breve leggerò il tuo libro, perché mi consigli di leggerlo?
Ti consiglio di leggere il libro, perché è profondo, fatto di pensieri, parole e emozioni, di una persona “diversamente abile”. Ho voluto raccontare una realtà per molti ancora sconosciuta.
– Quanto è stato utile per te raccontare la tua storia (di diversabile)?
Per me scrivere questo libro è stato sicuramente utile perché attraverso la mia testimonianza personale e sociale sul tema della disabilità e non solo, cercando di abbattere i pregiudizi, entrando in punta di piedi nel cuore e nelle case dei lettori.
– E’ sia stato utile per i tuoi lettori leggere il tuo libro?
Sì, sicuramente, ne ho avuto la prova, dai numerosi messaggi positivi ricevuti dai lettori. Le persone si complimentano con me di come affronto ogni cosa con tenacia e entusiasmo. Mi ringraziano perché, dopo aver letto il libro, vedono la vita con occhi diversi.
– Come è nato, materialmente, questo libro? Come hai trovato l’editore “giusto”?
Il libro è nato materialmente 11 maggio 2015, pubblicandolo per la casa editrice GruppoC1V Edizioni. Questo grazie al mio Editore Cinzia Tocci che ha creduto in me e nella mia storia. Dopo una lunga ricerca di case editrici famose e non a pagamento.
– Con che tipo di disabilità convivi? Come è “vivere su quattro ruote”? Pure io ci vivo, non “a tempo pieno”, ma solo quando ne ho la necessità (se devo percorrere spazi molto ampi in poco tempo).
Secondo me, molta gente, non è abituata a vedere le persone in sedia a rotelle, pensa che essere in sedia a rotelle significa non avere una vita (emotiva, sociale). Per fortuna non tutti pensano questo….Convivo dalla nascita, con una tetraplegia spastica, causata da sofferenza fetale, che ha colpito gli arti inferiori, pur avendo la sensibilità in tutto il corpo. Vivere una vita su quattro ruote per quanto mi riguarda personalmente, è una cosa meravigliosa dal punto di vista personale e sociale ma dall’altra ci sono le lotte di ogni giorno per avere diritto alla propria autonomia.
– Ti seguo su fb, citando il tuo libro, hai scritto: “avere una disabilità non significa arrendersi”. Hai mai pensato di arrenderti? Scrivere di te ti aiutato a non arrenderti?
Sì esatto, mai arrendersi, anche se si ha una disabilità; certo, mi è capitato di arrendermi, soprattutto nel periodo adolescenziale, perché per un attimo mi sono sentito fuori posto. Mi sentivo “diverso” ma poi grazie a una vocina interiore alla volontà, tutto è passato per proseguire la mia vita in salita.
– A proposito della tua disabilità e della tua omosessualità scrivi, “È giusto raccontare e far conoscere altre realtà”.
Io credo che, tutti, disabili compresi, debbano “smetterla” di giustificare le proprie scelte…Se ognuno di noi raccontasse la propria storia, forse e dico forse la società, comincerebbe a capire che ci sono altre realtà da conoscere, e ognuno potrebbe imparare qualcosa per migliorare come donna uomo di una società civile se così si può chiamare.
– Stai scrivendo un altro libro, puoi anticipare qualcosa sul contenuto?
Posso dire soltanto che sarà un libro, a livello culturale e scientifico e umano. È un libro scritto a quattro mani.
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