Si chiama Libera ed è una sorta di carrozzina a trazione elettrica, messa a punto dal Crea, il più importante ente italiano di ricerca sull’agroalimentare, che permette anche a chi non può usare le gambe di spostarsi liberamente per accedere ai campi coltivati e svolgere attività agricole come il monitoraggio delle colture, la
partecipazione attiva alle operazioni di raccolta, controllo e coordinamento tecnico-logistico.
Libera è uno dei risultati del Progetto Amadi (Automazione Macchine Agricole per Disabili), promosso e finanziato dal Mipaaf proprio per facilitare l’inserimento lavorativo nel settore agricolo di persone con disabilità.
Le attività del progetto coordinati da Giuliano Colorio e da Carlo Bisaglia sono state affidate al Crea-Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari in collaborazione con Unacoma (Unione Nazionale Costruttori Macchine Agricole), Enama (Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola) e Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap), mentre Cnh (gruppo Fiat), Landini e Same hanno messo a disposizione le trattrici, in quanto uno degli obiettivi di Amadi era proprio quello individuare e sperimentare le modifiche e gli adattamenti da apportare a queste macchine per poterle far condurre da persone con disabilità.
Libera è un veicolo monoposto semovente a trazione elettrica, caratterizzato da uno specifico telaio aperto anteriormente per facilitare l’accesso al posto di guida dell’operatore disabile in totale autonomia. E’ stata pensata per ospitare a bordo la sedia a rotelle dello stesso operatore, il quale, in caso di necessità potrà usufruirne liberamente appunto e in totale autonomia: un importante fattore di serenità per il disabile che, così, non si separa mai dall’ausilio di locomozione. Inoltre, è equipaggiata con due ruote direzionali anteriorie una coppia di ruote motrici posteriori, dotate queste ultime, di pneumatici già in uso per piccole
trattrici agricole. La guida è resa più agevole grazie al joystick, mentre gli standard di sicurezza al ribaltamento sono garantiti da un opportuno dimensionamento di carreggiata e baricentro del mezzo.
Insomma, l’innovazione fa un passo concreto verso la piena inclusione delle persone con disabilità, anche in agricoltura.
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