Il wheel chair hockey è l’unico sport di squadra che chi, come me, è affetto da tetrapresi o ha una patologia che ha reso inutilizzabili 4 arti, può praticare.
L’inizio di un amore
La mia storia di sportivo nasce 4 anni fa. Era un giorno come tanti, dovevo sostituire la carrozzina ed ero di pessimo umore. Il tecnico mi ha fatto però una domanda che mi ha cambiato la vita: “Non è che la nuova carrozzina ti servirà per giocare a wheelchair hockey?” Io non ne sapevo nulla, ma da quel giorno il wheelchair hockey è entrato per sempre nella mia vita, per non uscirne mai più.
Le ragioni di un amore
Ciò che più mi ha affascinato nel praticare il wheee chair hockey è l’idea della squadra.
Una squadra che quando scende in campo diventa una persona sola, pronta a tutto e senza paura di niente. Nemmeno della sconfitta.
E poi c’è il prima e il dopo partita. Momenti indimenticabili..
Dai miei compagni di squadra ho imparato a saper scherzare sulla mia disabilità, come se fosse un gioco, una partita anche quella.
Una partita indimenticabile
Tutte le partite sono indimenticabile. Ma ne ricordo una in particolare.
Il mio primo derby, al Forum di Assago in occasione del Memorial Frattini. Un’emozione grandissima: mi ritrovavo per la prima volta come avversari proprio coloro che fino a poco prima erano i miei fedeli compagni di squadra.
Quel giorno ho imparato che l’avversario non è un nemico, ma uno stimolo a superare me stesso e i miei limiti. E che non è necessario odiarlo per vincere.
Il mio proposito
Ho vissuto un anno come capitano delle Turtles di Milano. Ora sono un semplice giocatore, spesso in panchina. La strada è lunga, ma non mi spaventa. So di avere ancora tanto da imparare, ma proprio questo ci insegna lo sport: a mettercela tutta, per diventare migliori.
Mi manca l’esperienza. E soprattutto non so ancora controllare le mie emozioni in campo.
Ma non dimenticherò mai la frase di Marco Rasconi quando gli ho chiesto cosa pensava di me.
Mi ha risposto: Hai ampi margini di miglioramento.
Spero di dimostrargli che aveva ragione.
Il mio appello
Vorrei dirlo a tutti i ragazzi e a tutti gli adulti di ogni età con i miei stessi problemi motori: abbandonate la paura di non farcela, lo sport è per tutti! Lo sport è per tutti, anche per chi da solo non sa nemmeno soffiarsi il naso o bere un bicchiere d’acqua.
Lo sport è per tutti, parola di Francesco Gallone!
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