Federica Bambaci - danza in carrozzinaFederica Bambaci - danza in carrozzina

di Federica Bambaci

Federica Bambaci - danza in carrozzina
Federica Bambaci – danza in carrozzina

Raccontarmi nel blog ItaliAccessibile, far conoscere le mie idee e i miei progetti imminenti è sempre un piacere. L’arte trova sempre un preminente spazio nella mia vita, come una tela bianca che ogni giorno tento di dipingere con emozioni e sensazioni mai provate prima, e lasciarle scorrere attraverso il web trovo abbia una certa valenza.

Cimentarsi in questo campo può rivelarsi insidioso, le difficoltà con le quali si viene immediatamente a contatto sono evidenti, ma spesso si tende, superficialmente, ad ignorarle. La mia brama di volontà nel voler applicare fisicamente ciò che la mattina –alzandomi– idealizzo, è spesso destabilizzante: mi trovo a dover metabolizzare un confronto col mio stesso limite fisico (tetraparesi) il quale influisce molto sul sistema motorio ed è causa di sconforto; quando la prestazione non può essere pienamente sufficiente, quando il corpo non è in grado di seguire la mente, la mia creatività ne risente parecchio, e l’impatto con il mondo esterno non contribuisce in alcun modo a rendermi esente da questo sentimento.

In particolar modo nella danza, spesso e volentieri si è avvezzi ad affrontare un confronto tra le varie disabilità in campo artistico; e ciò rende implicito il grado di valutazione al quale sono soggetta, coesistente a causa della qualità di movimento minore che posseggo rispetto, per esempio, ad un artista affetto da paraplegia. Quando si pensa alla danza in carrozzina, è infatti di immediata e assoluta evidenza l’immagine di un artista paraplegico –patologia che ti permette di applicarti meglio.

L’impatto con il pubblico è inevitabilmente più acuto, arriva –a ragione– in maniera più diretta, ma ciò non annulla la mia volontà di dimostrare chi sono, che porto con me sul palco ogni qualvolta si presenta l’occasione. Gli applausi della gente mi soddisfano, come persona e artista, ma accettare la mia condizione che inevitabilmente comporta un limite pensiero-corpo, è estremamente difficile. E lo è maggiormente quando, in un famoso talent televisivo, in una ragazza eccellente nell’interpretazione di un Ofelia, io vedo me stessa; e comprendo che, malgrado la mia volontà, un imitazione dell’omonima mi è estremamente difficile. Nonostante ciò, da quando ci siamo lasciati ad oggi, ho continuato imperterrita ad inseguire i miei sogni, facendo mio ogni punto di forza di fronte a qualsiasi limite, partecipando come modella in carrozzina a manifestazioni organizzate da associazioni della zona; prendendo parte a progetti di fotografia e future collaborazioni con ballerini che da qui a poco partiranno per gli Stati Uniti grazie a delle borse di studio e, soprattutto, lavorando ad un secondo videoclip che uscirà a breve –a me caro per la tematica trattata–, il quale contenuto spero possa arrivare al cuore di molti.

Ringrazio sentitamente Pierpaolo Capozzi, responsabile di questo blog, che mediante questo articolo mi ha dato la possibilità di esprimermi e, ancora una volta, mettermi a nudo con una delle attività che più amo: la danza.


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Di Redazione di italiAccessibile

Responsabile del blog Pierpaolo Capozzi

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