di Maria Stella Falco
Guttmann, presso Stoke-Mandeville, fece sperimentare ai suoi pazienti paraplegici rudimentali sport di squadra adattati. Propose il polo in carrozzina, facendo allenare i suoi pazienti, forniti di corti bastoni e di un disco di gomma, su un campo ricavato da una corsia dell’ospedale vuota e poi facendogli giocare partite contro una squadra di fisioterapisti e contro squadre locali. Successivamente sostituì il polo in carrozzina col basket in carrozzina, sport ritenuto più competitivo e meno rischioso per l’ incolumità dei pazienti-giocatori.
Un piccolo accenno ad alcuni contenuti dei miei prossimi articoli: la pallacanestro è il fiore all’occhiello del Movimento paralimpico italiano…!
Queste iniziative pionieristiche ebbero così tanto successo che il 28 luglio 1948 – mentre si svolgeva nello Stadio Olimpico londinese la cerimonia di apertura della XIV edizione delle Olimpiadi – Gutmann fondò e si disputarono i primi Giochi di Stoke-Mandeville per atleti disabili: vi parteciparono ex membri delle Forze Armate Britanniche, 16 paraplegici che, in carrozzina, si contesero il podio nel tiro con l’arco.
I primi Giochi di Stoke-Mandeville si disputarono annualmente: nel 1949, per la prima volta, si tenne una competizione fra club sportivi di disabili dell’Inghilterra meridionale; nel Festival britannico del 1951, invece, furono invitate alcune squadre di disabili per un’esibizione di basket e di tiro con l’arco.
Nel 1952, la partecipazione di una squadra di atleti olandesi decretò la nascita del Movimento internazionale paralimpico e, negli anni seguenti, la partecipazione di stranieri divenne sempre più numerosa. Lo stesso anno fu creata al ISMGF (International Stoke Mandeville games federation). Tale manifestazione si svolge ancora oggi annualmente e comprende vari sport: nuoto, corse, lanci, tiro con l’arco, pallacanestro, scherma, tennis tavolo, tiro a segno e bocce.
Nel 1956 i Giochi Internazionali per disabili vennero riconosciuti ufficialmente dal CIO con la consegna della Farley Cup, a testimonianza del loro valore sportivo, umano, sociale e spirituale. I tempi erano maturi perché ai Giochi di Stoke-Mandeville fosse riconosciuto lo stesso spirito di universalità presente nei Giochi Olimpici, come da sempre auspicato da “papà Guttmann”.
Nel 1957, per volontà dell’Inail – di cui il dottor Antonio Maglio era vicedirettore – cominciò ad essere operativo il centro paraplegici di Ostia Villa Marina. L’anno seguente, il “padre” dell’attività agonistica italiana per persone disabili, propose a Guttmann di accogliere i “IX Giochi Internazionali per Paraplegici” di Roma 1960, cioè la nona edizione internazionale degli Stoke Mandeville Games. Essi furono riconosciuti come i “Giochi Paralimpici Estivi” nel 1984, quando il CIO approvò la denominazione “Giochi Paralimpici”.
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