Giornata da incorniciare per l’Italia agli Europei paralimpici di Atletica in Polonia. Il bottino di medaglie sale a otto con un oro ed un bronzo conquistati nella giornata di giovedi e accompagnati da prestazioni di assoluto valore mondiale.
Come da vigilia, è la pluricampionessa paralimpica Martina Caironi a compiere l’ennesima impresa spettacolare, questa volta nel salto in lungo. Con un oro in tasca già guadagnato nei 100 T63, la saltatrice amputata bissa il successo portando in dote un altro sigillo dorato alla delegazione azzurra e, come ci ha ormai abituato da tempo, è andata oltre.
Entrata in gara con la convinzione giusta, la primatista iridata piazza subito un ottimo 4,93 al primo tentativo. È però alla seconda prova che mostra alle avversarie chi comanda davvero: 5,05 e record del mondo migliorato di 5 centimetri rispetto all’anno scorso. Tempo di arrivare al quarto salto e la capitana azzurra riesce ad aggiungere un ulteriore centimetro alla sua migliore prestazione mondiale, che diventa 5,06. Restano lontanissime la svizzera Elena Kratter, seconda con 4,30 e la spagnola Desiree Vila Bargiela, terza a 4,23.
Per Caironi le Paralimpiadi di Tokyo ora sono sempre più una certezza: “Sono felicissima. Questa è una tappa importante verso il Giappone e mi fa capire che ci sono. Mancano oltre due mesi all’appuntamento e credo di avere ancora cartucce da sparare. Ho lavorato parecchio per questo e qui l’unico salto giusto che ho fatto a livello di tecnica e rincorsa è stato quello migliore di 5,06. Punto però ancora più in alto e voglio raggiungere i 5,20. Per me vivere quest’Europeo è stato fondamentale per sentire la vicinanza della squadra che mi è mancata molto negli ultimi tre anni”. E poi una dedica speciale: “Voglio dedicare questa gara al mio nonnino che proprio oggi è entrato in un hospice e verrà accompagnato in un nuovo mondo”.
Sui 400 T47 è invece Riccardo Bagaini a tirare fuori dal cappello un bronzo speciale corredato dal primato tricolore di 50.92. Il quattrocentista piemontese affronta la gara con grande concentrazione e parte veloce a caccia del risultato. Negli ultimi 100 metri esce fuori il croato Ivan Cvetkovic, oro in 50.63, e il testa a testa sulla linea di arrivo contro il britannico John Bridge finisce a favore di quest’ultimo (50.75).
Il pluridecorato continentale di Berlino 2018 al traguardo dichiara: “Ero qua per cercare il PB. Dal Grand Prix di Jesolo di aprile ho fatto cinque gare, ma ne ho concluse solo due per problemi fisici. Questa è la terza volta che non ho sbagliato, sono davvero fiero di questo nuovo record. Eravamo in quattro a poter puntare al podio e con una gara complicata da gestire, ma sono contento di quello che ho fatto. Il merito di tutto questo va a tantissime persone, dai miei allenatori ai miei fisioterapisti, alla mia squadra del Sempione 82 che non ha mai smesso di credere in me, alla Federazione”.
Tornano poi in pista, questa volta sui 200, i velocisti T44-64 orfani di Simone Manigrasso infortunatosi in gara. RiccardoCotilli, bronzo ieri sui 100, è quarto con il personal best di 24.60: “Ho affrontato questi 200 con grande responsabilità e sono molto contento di aver portato a casa il mio PB che mi dà grinta e speranza per continuare a lavorare su questa strada. Un pensiero va a Simone che ci ha solo potuto guardare dagli spalti. Con lui questa gara sarebbe stata ancora più bella”.
L’altro Azzurro della finale, Emanuele Di Marino, conclude al traguardo in quinta posizione con 25.09: “Mi sono sentito più sciolto di ieri e sono sicuro che agli Assoluti di Concesio a luglio andrà ancora meglio. Ho fatto il minimo per Tokyo della mia categoria (T44) e il record dei Campionati, e questo risultato mi fa ben pensare per il futuro. Sarò nei partenti dei 400 sabato per onorare la mia categoria. Un mega abbraccio a Simone per una pronta guarigione”.
Arriva anche l’aggiornamento sulle condizioni di Manigrasso da parte del medico federale Dott. Giuseppe Spinelli che è a Bydgoszcz al seguito della squadra: “L’atleta ha una sospetta lesione muscolare. Non è stato possibile effettuare accertamenti strumentali qui in Polonia che però sono stati già programmati al rientro in Italia. Al momento Manigrasso non accusa dolore a riposo”.
Nell’ultima gara della giornata Marco Pentagoni ottiene ilquarto posto nel lungo T63 saltando 5,54, a 7 centimetri dal bronzo. Il podio non era così lontano, ma il saltatore azzurro non era al top della forma: “È una medaglia regalata perché non valgo questa misura. Volevo avvicinarmi almeno al mio personale e saltare intorno ai 5,90. Sento che ho perfezionato la tecnica anche rispetto a prima dello strappo all’inguine che mi ha tenuto fermo per mesi, ma la mia velocità era scadente nonostante stacco ed elevazione fossero buoni. Ora torno a casa per rimettermi sotto per gli Assoluti”.
La giornata era già iniziata molto bene in mattinata con Valentina Petrillo che ha conquistato la finale dei 400 T13 in 1:00.29, due centesimi in meno del record italiano che aveva realizzato a Faenza solo il 22 maggio scorso. Il crono di qualificazione le vale come quinto tempo complessivo, ma l’atleta transgender napoletana che tanto ha lottato per ottenere il diritto a gareggiare con le donne, non lesinerà energie per migliorarsi ancora nella prima finale della sua vita in azzurro.
regolare. La tensione si è fatta sentire, ero un po’ rigido e non sono riuscito a spingere”. E, visibilmente emozionato, aggiunge: “Dedico tutto questo alla mia famiglia, a mia moglie, ai miei bambini e a mia madre che mi sono stati sempre vicini in questo duro percorso della mia malattia (la sclerosi multipla). Ringrazio la Federazione e tutto lo staff perché sono persone eccezionali. Vorrei che sempre più persone possano entrare in questo mondo in modo da incentivare i ragazzi a conoscere e provare lo sport paralimpico”.
La vittoria va al lituano Edgars Bergs che, proprio all’ultima prova, con 14 metri netti, supera di 5 centimetri il russo Alexander Elmin.
La stella che sta emergendo nel mezzofondo italiano è invece quella di Ndiaga Dieng, per tutti Cenga, l’atleta maceratese nato in Senegal che ha un talento come quello di pochi. La gara che conduce nei 1500 T20 è tecnicamente perfetta, ma solo il coraggio e la grinta che lo contraddistinguono gli permettono di aggrapparsi con le unghie e con i denti al terzo posto con un tuffo sul traguardo.
Lo precedono i due russi Aleksandr Rabotnitskii (3:54.36) e Pavel Sarkeev (3:57.14), rispettivamente oro e argento, con l’Azzurro che chiude a 3:57.18 davanti all’ucraino Pavlo Voluikevych (3:57.31) in rimonta. Il recupero per lo sforzo all’arrivo è stato grande, ma salire sul podio per il tricolore è stato emozionante: “Questa medaglia di bronzo è importante per me perché è la prima volta che rappresento l’Italia in una competizione così competitiva. Oggi ho fatto una bellissima gara, una gara tattica. Appena ho visto il primo russo che ha attaccato all’ultimo giro, ho provato a stargli dietro, ma negli ultimi 80 metri ho iniziato a sentire fatica sulle gambe. Questo significa che c’è da lavorare parecchio e lo farò sicuramente perché io voglio andare alle Paralimpiadi di Tokyo. Voglio ringraziare la mia società Avis Macerata, Anthropos Civitanova, la FISPES, la mia famiglia e ovviamente il mio allenatore Maurizio Iesari”.
Tornando ai lanci, il discobolo ligure Lorenzo Tonetto affronta invece una tenace concorrenza di lanciatori F44-64 che arrivano a misure superiori ai 52 metri. Il numero uno di specialità per l’Italia centra un 46,38 per la sesta piazza che lo soddisfa a metà: “La gara non è andata male. La media dei lanci è stata abbastanza buona intorno ai 45-46 metri, a ridosso del mio personale. In realtà avrei potuto migliorare ancora per portare l’High Performance (48,30) per Tokyo e quindi non posso essere contento. Sicuramente il quinto posto era alla mia portata. Ora però mi aspettano quattro settimane di allenamento durissimo per cercare di riprendere il percorso di crescita che ho avuto negli ultimi mesi”.
A Bydgoszcz ce l’ha fatta Valentina Petrillo a coronare il sogno di rappresentare l’Italia. Stamattina, nella sua prima finale tra le donne, l’atleta transgender ottiene il quinto posto nei 400 T13 con l’orgoglio di aver limato ulteriormente il primato assoluto in due giorni. Rispetto all’1:00.29 di ieri, i centesimi che riesce a togliere sul giro di pista sono altri 20, per quell’1.00.09 che la fa entrare direttamente nei libri dei record italiani. La 47enne ipovedente è felicissima: “Inizia da qui una nuova avventura con una maggiore consapevolezza. È stato importante gareggiare in una competizione femminile e questa prima esperienza in azzurro è stata molto formativa per proseguire nella mia carriera. Ho dato tutto quello che potevo, anche considerando che 5 minuti prima di entrare allo stadio ho sentito un fastidio all’interno coscia. In cinque mesi sono migliorata di 5 secondi e so che non sono ancora al mio limite. La mia presenza qui è un segnale importante per tutte quelle ragazze trans come me che vivono nell’ombra”. E lo sguardo si rivolge ancora a Tokyo: “Io continuo a crederci. Vorrei ringraziare la Federazione per aver riposto questa fiducia in me, tutti i tecnici, il Comitato Italiano Paralimpico, i Presidenti Sandrino Porru e Luca Pancalli che mi hanno dato quest’opportunità. Avanti così”.
Domani, ultimo giorno di competizioni, tornerà in pista Arjola Dedaj a caccia della sua terza medaglia sui 200 T11, con le batterie della mattina (12.02) e l’eventuale finale alle 19.16. Prima di lei, alle 11:48 Emanuele Di Marino sarà impegnato nei nei 400 riservati alla categoria T44.
Gli Europei sono trasmessi in diretta streaming sul canale Facebook di FISPES e di World Para Athletics, oppure sul canale YouTube https://youtube.com/c/
Foto Marco Mantovani/FISPES
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Fonte: ufficio stampa Fispes
Responsabile del blog Pierpaolo Capozzi
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