Amore e disabilità
“Non si vede bene che col cuore”
di Dora Millaci
Questa frase del Piccolo Principe a mio avviso è perfetta per comprendere l’amore e in modo particolare quando esiste nella coppia una disabilità.
Se già è difficile, complicato costruire e mantenere saldo un rapporto tra due persone sane, immaginatevi come dev’essere quando insorge una malattia grave o una disabilità.
Sono tantissime le storie che ho ascoltato di coppie sposate che si amavano alla “follia” e, che con l’arrivo di quest’intruso, del cosiddetto terzo incomodo, possiamo definirlo anche così, non hanno retto e sono “scoppiate”.
Già perché mantenere saldo un rapporto non è facile; non è tutto rose e fiori. La disabilità, la malattia ci pone davanti una realtà dura, crudele e occorre una solidità tale, un rispetto, una complicità, una base solida per durare nel tempo.
È difficile per esempio restare saldi quando si è fuori, per la strada e la gente vi guarda in maniera strana solo perché vi siete scambiati un bacio e uno dei due è in carrozzella.
È ancora più faticoso, logorante guardare la persona a cui si vuole bene stare male, giorno dopo giorno peggiorare e non poterla aiutare. Essere lì e arrabbiarsi col mondo intero, senza sapere che cosa fare per alleviare quel dolore, quella sofferenza che neppure si può capire e nonostante tutto, restarle accanto.
Divenire complici nelle piccole cose quotidiane come nell’intimità, che seppur diversa da prima, non deve mancare.
Ricordarsi della persona che si ha davanti, di quale lato del suo carattere ci ha fatto innamorare e di che cosa ci mancherebbe se non ci fosse più.
Solo così non si vedrà la malattia, la disabilità ma si andrà oltre, guardando chi si ha davanti solo con gli occhi del cuore.
In questo modo l’Amore durerà e sarà scritto con la A maiuscola, perché avrà vinto ogni battaglia che la vita ha posto dinanzi a questa coppia.
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